Occorre rompere quella comunicazione mono-direzionale di tanta politica e quell’autoreferenzialità che troppo spesso ha “distratto” da ciò che la gente chiedeva.
Così ho chiesto ai cittadini cosa pensassero delle mie proposte, perché non si nasce “imparati” e l’esperienza, l’ascolto, il lavoro di squadra sono alla base di qualsiasi politica.

Più fondi a sostegno dell’innovazione didattica e tecnologica nelle scuole; promuovere un welfare con maggiore integrazione tra servizi sociali, culturali e educativi; maggiori strumenti e opportunità in grado di favorire l’ingresso dei giovani nel mercato nel lavoro.
Sono queste le priorità emerse dall’indagine online che ho lanciato nei giorni scorsi.
In nemmeno un paio di settimane, hanno risposto quasi in 500! Un riscontro davvero positivo, non solo in termini numerici, che mi conforta sulla voglia di partecipazione e sull’interesse da parte di tanti nel contribuire alla costruzione di politiche utili al nostro territorio e alle nostre comunità!
Attraverso mail, canali social e whatsapp, avevo invitato i reggiani a esprimersi sulle tre linee di lavoro individuate per ognuno dei tre ambiti di azione sui quali ho incentrato la mia campagna elettorale: cultura, servizi e sviluppo. Invitando anche a dare, per ognuno di questi ambiti, suggerimenti e lasciando un’ultima domanda aperta, sul problema principale che Reggio Emilia deve assolutamente risolvere.
Per quanto riguarda la cultura il 51% ritiene che sia prioritario investire sull’innovazione didattica e tecnologica nelle scuole, il 28,8% chiede una maggiore valorizzazione di biblioteche, musei, teatri e eventi culturali, l’11,6% agevolazioni per le associazioni. Nel campo dei servizi il 47% chiede di integrare maggiormente i servizi sociali con quelli culturali ed educativi; il 27,8% ritiene necessario aumentare la sicurezza; il 18,7% chiede rette, ticket e affitti più bassi. In merito, infine, al tema dello sviluppo, il 43,1% ha evidenziato il bisogno di incentivi per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro; il 37,1% ritiene necessario migliorare traffico e trasporto pubblico ed il 17,3% vuole incentivare le aziende green.
Tra i tanti suggerimenti arrivati: valorizzare associazioni, gruppi e artisti del territorio ed il nostro patrimonio storico e culturale, con particolare attenzione all’Appennino; premiare la meritocrazia dei docenti; promuovere l’insegnamento dell’educazione civica e il valore dei beni pubblici; maggiore sostegno alle donne che lavorano e all’assistenza di prossimità ai portatori di disagi economici, sanitari, sociali con supporto anche per la gestione di care giver e badanti; semplificazione normativa per le attività aziendali unitamente ad un maggior sostegno delle imprese artigiane.
Per quanto riguarda, infine, la domanda aperta “Qual è il problema principale che Reggio Emilia deve assolutamente risolvere?” – oltre all’ignoranza e ai…democristiani, come un paio hanno indicato – tra le risposte: un’urbanistica non programmata sul lungo periodo e non sufficientemente integrata con la mobilità pubblica e privata; scarsa vicinanza alle persone fragili e sole; la perdita del senso di comunità e di cura per la cosa pubblica; l’autoreferenzialità del livello dirigenziale e politico; un centro storico morto senza politiche mirate a valorizzare la storicità delle botteghe e incentivare la nascita di negozi veramente unici per bellezza e originalità; degrado e sicurezza nella città; la carenza di alloggi per i più disagiati.
Se sarò eletta in Consiglio regionale, il mio impegno sarà dunque rivolto non solo a mettere in pratica tutte queste idee ma anche a proseguire questo rapporto diretto con i cittadini, nella convinzione che l’ascolto ed il lavoro di squadra siano alla base di qualsiasi buona politica.
GRAZIE DI CUORE!